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Raccontiamo il territorio attraverso i luoghi che lo rappresentano
Modifiche a "Museo del vino e della vite"
Descrizione sintetica
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Nel raccontare del vino e della sua produzione si narra una storia antica, e la conoscenza del passato si fa strumento per comprendere il presente e progettare meglio il futuro.
PERCHÉ UN MUSEO DEL VINOAlcuni attrezzi e metodi, nel tempo, sono cambiati o si sono raffinati. Alcune operazioni, grazie a nuove tecnologie, sono oggi meno faticose che in passato. E le analisi scientifiche ora si affiancano alle valutazioni tradizionali. Ma, nonostante questo, il processo produttivo del vino è rimasto sostanzialmente immutato nei secoli e le operazioni più delicate, almeno nelle produzioni di alta qualità, continuano ancora ad essere eseguite con la cura e la precisione che solo l’occhio attento e la mano sapiente dell’artigiano viticoltore sono in grado di assicurare.
LE PARTI DEL MUSEO
Il museo è ospitato presso l’Azienda Agricola La Tosa, cantina vinicola, e occupa due sale, di cui una contiene l’esposizione delle attrezzature vitivinicole ( circa 300 ), mentre l’altra è adibita a biblioteca.
Attraverso immagini, suggestioni, carte e strumenti in uso nei tempi andati per la viticoltura e la vinificazione, viene raccontata, dunque, una storia fatta di passione e di duro lavoro che nasce dal desiderio di Ferruccio e Stefano Pizzamiglio di condividere la ricca collezione personale di documenti e oggetti iniziata nel 1989.Il percorso di visita è strutturato in base alle lavorazioni: si parte dalla coltivazione della vite, per passare poi alla vendemmia, alla pigiatura, alla vinificazione e all’imbottigliamento. Due piccole sezioni finali sono dedicate alla fabbricazione delle botti e alle analisi del vino. Completano l’insieme diverse tavole didattiche che mostrano il percorso della vite, la distribuzione per latitudine delle vigne e la storia del vino piacentino.
È allo studio anche un percorso per non vedenti.
LA BIBLIOTECA
Il vero nocciolo del Museo è la biblioteca che raccoglie circa 1100 volumi tra trattati di viticoltura e di enologia, nonché diversi documenti, tutti appartenenti al periodo compreso tra i secoli XIV e XX e che comprendono manoscritti, bandi, grida, manifesti, decine di mappe e cabrei della zona e contratti di affitto dei vari fondi agricoli.Molti volumi trattano della Fillossera, una vera peste per i nostri vigneti sviluppatasi nel XIX secolo, dei cannoni antigrandine e di ampelografia. Tra i pezzi più particolari e rari, si trovano trattati di Guyot e Pasteur, molte annate del Giornale Vinicolo Italiano, tra cui la prima del 1874. la collana di volumi edita dai F.lli Ottavia a Casale Monferrato e numerosi manuali Hoepli.
Per quanto riguarda la stampa locale, diversi testi sono dedicati alle Mostre dell’Uva da Tavola a Piacenza.
Tutto il materiale della biblioteca, aperta alla consultazione pubblica, è schedato e a disposizione.
ALCUNE CURIOSITA' CONTENUTE
Tra i pezzi più rari troviamo un grande torchio montato su un carro, appartenuto ad un contoterzista, un filtro a sacchi olandesi chiuso in un armadio di legno, costruito appositamente per la cantina piacentina che lo ospitava, e lo striscione originale delle Feste dell’Uva di Piacenza, una festa nazionale indetta dalla fine degli anni ’20 sino all’inizio degli anni ’40. Veniva affisso su Palazzo Gotico in Piazza Cavalli, sotto al cui portico si svolgeva la manifestazione.Molto interessante un manifesto del 1868, esposto, relativo all’istituzione di un concorso a Fiorenzuola d’Arda che teneva conto sia del bestiame che del vino, e che mostra come fosse classificato allora il vino locale.
INFORMAZIONI UTILI
Il Museo è aperto tutti i giorni dalle 8 alle 12 e dalle 14 alle 18. Il sabato, la domenica e i festivi 9.30-12 e 15.30-18. E’ possibile concordare visite guidate.Per tutte le info è possibile contattare Ferruccio Pizzamiglio: 0523-870727 o 340-5313432
VISITA ANCHE
https://museodellatosa.it/museo/
Hanno contribuito alla realizzazione di questa pagina:Ferruccio Pizzamiglio
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Nel raccontare del vino e della sua produzione si narra una storia antica, e la conoscenza del passato si fa strumento per comprendere il presente e progettare meglio il futuro.
PERCHÉ UN MUSEO DEL VINOAlcuni attrezzi e metodi, nel tempo, sono cambiati o si sono raffinati. Alcune operazioni, grazie a nuove tecnologie, sono oggi meno faticose che in passato. E le analisi scientifiche ora si affiancano alle valutazioni tradizionali. Ma, nonostante questo, il processo produttivo del vino è rimasto sostanzialmente immutato nei secoli e le operazioni più delicate, almeno nelle produzioni di alta qualità, continuano ancora ad essere eseguite con la cura e la precisione che solo l’occhio attento e la mano sapiente dell’artigiano viticoltore sono in grado di assicurare.
LE PARTI DEL MUSEO
Il museo è ospitato presso l’Azienda Agricola La Tosa, cantina vinicola, e occupa due sale, di cui una contiene l’esposizione delle attrezzature vitivinicole ( circa 300 ), mentre l’altra è adibita a biblioteca.
Attraverso immagini, suggestioni, carte e strumenti in uso nei tempi andati per la viticoltura e la vinificazione, viene raccontata, dunque, una storia fatta di passione e di duro lavoro che nasce dal desiderio di Ferruccio e Stefano Pizzamiglio di condividere la ricca collezione personale di documenti e oggetti iniziata nel 1989.Il percorso di visita è strutturato in base alle lavorazioni: si parte dalla coltivazione della vite, per passare poi alla vendemmia, alla pigiatura, alla vinificazione e all’imbottigliamento. Due piccole sezioni finali sono dedicate alla fabbricazione delle botti e alle analisi del vino. Completano l’insieme diverse tavole didattiche che mostrano il percorso della vite, la distribuzione per latitudine delle vigne e la storia del vino piacentino.
È allo studio anche un percorso per non vedenti.
LA BIBLIOTECA
Il vero nocciolo del Museo è la biblioteca che raccoglie circa 1100 volumi tra trattati di viticoltura e di enologia, nonché diversi documenti, tutti appartenenti al periodo compreso tra i secoli XIV e XX e che comprendono manoscritti, bandi, grida, manifesti, decine di mappe e cabrei della zona e contratti di affitto dei vari fondi agricoli.Molti volumi trattano della Fillossera, una vera peste per i nostri vigneti sviluppatasi nel XIX secolo, dei cannoni antigrandine e di ampelografia. Tra i pezzi più particolari e rari, si trovano trattati di Guyot e Pasteur, molte annate del Giornale Vinicolo Italiano, tra cui la prima del 1874. la collana di volumi edita dai F.lli Ottavia a Casale Monferrato e numerosi manuali Hoepli.
Per quanto riguarda la stampa locale, diversi testi sono dedicati alle Mostre dell’Uva da Tavola a Piacenza.
Tutto il materiale della biblioteca, aperta alla consultazione pubblica, è schedato e a disposizione.
ALCUNE CURIOSITA' CONTENUTE
Tra i pezzi più rari troviamo un grande torchio montato su un carro, appartenuto ad un contoterzista, un filtro a sacchi olandesi chiuso in un armadio di legno, costruito appositamente per la cantina piacentina che lo ospitava, e lo striscione originale delle Feste dell’Uva di Piacenza, una festa nazionale indetta dalla fine degli anni ’20 sino all’inizio degli anni ’40. Veniva affisso su Palazzo Gotico in Piazza Cavalli, sotto al cui portico si svolgeva la manifestazione.Molto interessante un manifesto del 1868, esposto, relativo all’istituzione di un concorso a Fiorenzuola d’Arda che teneva conto sia del bestiame che del vino, e che mostra come fosse classificato allora il vino locale.
INFORMAZIONI UTILI
Il Museo è aperto tutti i giorni dalle 8 alle 12 e dalle 14 alle 18. Il sabato, la domenica e i festivi 9.30-12 e 15.30-18. E’ possibile concordare visite guidate.Per tutte le info è possibile contattare Ferruccio Pizzamiglio: 0523-870727 o 340-5313432
VISITA ANCHE
https://museodellatosa.it/museo/
Hanno contribuito alla realizzazione di questa pagina:Ferruccio Pizzamiglio
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