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Raccontiamo il territorio attraverso i luoghi che lo rappresentano
Modifiche a "Castello di Podenzano e Teatro Vittoria"
Descrizione sintetica
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Nel piazzale che fa angolo tra via Montegrappa e via Battisti, abbiamo due punti di riferimento per la storia antica e recente di Podenzano. Un luogo storico, tuttora esistente e un luogo più recente, ormai scomparso. Si tratta del castello del paese e del teatro Vittoria.
IL CASTELLO E LA SUA STORIA
La prima notizia di questo castello risale al 1152, anno in cui vi era insediato il conte Alberto Malaspina, scacciato dai piacentini perché esercitava opera di brigantaggio a danno dei mercanti e dei viandanti che si recavano a Piacenza. Nel 1219 vi si asserragliarono nobili piacentini in lotta con le fazioni popolari della città. Sempre a causa delle contese tra i due partiti, nel marzo 1223 il Podestà di Cremona venne a soggiornare nel castello con il ruolo di paciere per porre fine alla lotta intestina della comunità piacentina. Nel 1466 il feudo di Podenzano venne acquistato dai fratelli Bartolomeo e Gianfrancesco Anguissola, già proprietari di altri castelli posti nelle valli del Nure e del Trebbia.
Successivamente vari proprietari si alternarono nel possesso della costruzione, sottoponendolo a lavori di trasformazione e divisioni. Nel 1934 il podestà ottiene l’autorizzazione dal prefetto di Piacenza ad acquistare un’ala del castello (e anche il teatro Vittoria, di cui sotto) dal cavalier Germano Marina. La parte acquisita verrà dunque destinata come sede del Comune e di diverse istituzioni assistenziali fasciste.
Attualmente l’ala di proprietà comunale è adibita ad uffici, le altre parti sono di proprietà di privati ed adibite ad abitazione.
LA STRUTTURA MILITARE DEL CASTELLO
La struttura attuale risale al 16° secolo. Le mura del castello furono infatti abbattute più volte durante i primi secoli di vita. La struttura ancora visibile, testimonia la rifortificazione secondo i canoni della difesa radente. Il castello è a pianta rettangolare con quattro torri angolari, due circolari e due quadrate, che rivelano la solidità di una costruzione militare. Anche le torri erano originariamente merlate.
Le mura perimetrali hanno uno spessore che supera alla base il metro e mezzo. Intorno all’edificio vi era un fossato che veniva superato con ponte levatoio posto sul fronte ovest fra le due torri quadrate (dove attualmente vi è l’ingresso del Comune). L’acqua del fossato proveniva dal rio “del Monastero”, (che dai primi dell’800 prese il nome di rio Podenzano) di pertinenza di S. Savino di Piacenza, canale di notevole portata proveniente dal Nure, che scorre ancora nelle adiacenze.
Negli anni ‘70 la struttura subì un pesante intervento di ristrutturazione su progetto dell’architetto Resmini.
NASCITA, VITA E MORTE DEL TEATRO VITTORIA
Il 4 novembre 1928 Podenzano ha il suo teatro. Il Teatro della Vittoria, costruito a fianco del castello dal cavalier Germano Marina, prende il suo nome dal giorno dell’inaugurazione, cioè il 4 novembre, in cui si ricorda la vittoria dell’Italia nella prima guerra mondiale. Nel teatro, che viene definito ”un elegante locale, degno di una città” già nel febbraio 1929 vi è l’esordio della Filodrammatica O.N.D. di Podenzano, intitolata alla memoria dell’onorevole Camillo Piatti.
I fasti del Teatro Vittoria si interrompono nel 1931, quando stando ad un documento custodito negli archivi comunali, viene chiuso per motivi non noti. Nel 1934 il podestà ottenendo l’autorizzazione per acquistare parte del castello, acquisisce anche il teatro, utile sia per le riunioni che per le attività ricreative del Dopolavoro. Marina vende dunque l’edificio per la cifra di 144.000 lireDopo i lavori di ristrutturazione viene nuovamente inaugurato nel 1935 con il nome di “Teatro del Dopolavoro”. Il Teatro del Dopolavoro resterà un appuntamento fisso per i Podenzanesi, con un successo sempre crescente, come dimostra nel 1939, lo spettacolo “L’Allegro Principe”, abbinato al monologo del direttore della Filodrammatica Raffaele Panelli, in cui passa in rassegna personaggi e fatti del paese. Fu però Dante Formaleoni, con lo pseudonimo di “Gandhi”, a proporre nel 1939 un originale lavoro dedicato a Podenzano e alla sua storia, la rivista “Strapaese”. Oggi del Teatro Vittoria e dei suoi meravigliosi palchi interni, restano solo ritagli di giornale e qualche fotografia.
Nel dopoguerra il locale muta gradualmente funzione e viene utilizzato come cinema e per feste varie ( alpini, coscritti ecc). Nel 1978 l’edificio venne demolito. Al suo posto viene eretto un edificio semicircolare sempre a servizio del Comune
Al momento al primo piano vi è l’auditorium comunale, al pianterreno la sede dei servizi sanitari e dal giugno 2018 è stato ristrutturato per renderlo fruibile come centro diurno per disabili dell’Unione Valnure e Valchero.
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Nel piazzale che fa angolo tra via Montegrappa e via Battisti, abbiamo due punti di riferimento per la storia antica e recente di Podenzano. Un luogo storico, tuttora esistente e un luogo più recente, ormai scomparso. Si tratta del castello del paese e del teatro Vittoria.
IL CASTELLO E LA SUA STORIA
La prima notizia di questo castello risale al 1152, anno in cui vi era insediato il conte Alberto Malaspina, scacciato dai piacentini perché esercitava opera di brigantaggio a danno dei mercanti e dei viandanti che si recavano a Piacenza. Nel 1219 vi si asserragliarono nobili piacentini in lotta con le fazioni popolari della città. Sempre a causa delle contese tra i due partiti, nel marzo 1223 il Podestà di Cremona venne a soggiornare nel castello con il ruolo di paciere per porre fine alla lotta intestina della comunità piacentina. Nel 1466 il feudo di Podenzano venne acquistato dai fratelli Bartolomeo e Gianfrancesco Anguissola, già proprietari di altri castelli posti nelle valli del Nure e del Trebbia.
Successivamente vari proprietari si alternarono nel possesso della costruzione, sottoponendolo a lavori di trasformazione e divisioni. Nel 1934 il podestà ottiene l’autorizzazione dal prefetto di Piacenza ad acquistare un’ala del castello (e anche il teatro Vittoria, di cui sotto) dal cavalier Germano Marina. La parte acquisita verrà dunque destinata come sede del Comune e di diverse istituzioni assistenziali fasciste.
Attualmente l’ala di proprietà comunale è adibita ad uffici, le altre parti sono di proprietà di privati ed adibite ad abitazione.
LA STRUTTURA MILITARE DEL CASTELLO
La struttura attuale risale al 16° secolo. Le mura del castello furono infatti abbattute più volte durante i primi secoli di vita. La struttura ancora visibile, testimonia la rifortificazione secondo i canoni della difesa radente. Il castello è a pianta rettangolare con quattro torri angolari, due circolari e due quadrate, che rivelano la solidità di una costruzione militare. Anche le torri erano originariamente merlate.
Le mura perimetrali hanno uno spessore che supera alla base il metro e mezzo. Intorno all’edificio vi era un fossato che veniva superato con ponte levatoio posto sul fronte ovest fra le due torri quadrate (dove attualmente vi è l’ingresso del Comune). L’acqua del fossato proveniva dal rio “del Monastero”, (che dai primi dell’800 prese il nome di rio Podenzano) di pertinenza di S. Savino di Piacenza, canale di notevole portata proveniente dal Nure, che scorre ancora nelle adiacenze.
NASCITA, VITA E MORTE DEL TEATRO VITTORIA
Il 4 novembre 1928 Podenzano ha il suo teatro. Il Teatro della Vittoria, costruito a fianco del castello dal cavalier Germano Marina, prende il suo nome dal giorno dell’inaugurazione, cioè il 4 novembre, in cui si ricorda la vittoria dell’Italia nella prima guerra mondiale. Nel teatro, che viene definito ”un elegante locale, degno di una città” già nel febbraio 1929 vi è l’esordio della Filodrammatica O.N.D. di Podenzano, intitolata alla memoria dell’onorevole Camillo Piatti.
I fasti del Teatro Vittoria si interrompono nel 1931, quando stando ad un documento custodito negli archivi comunali, viene chiuso per motivi non noti. Nel 1934 il podestà ottenendo l’autorizzazione per acquistare parte del castello, acquisisce anche il teatro, utile sia per le riunioni che per le attività ricreative del Dopolavoro. Marina vende dunque l’edificio per la cifra di 144.000 lireDopo i lavori di ristrutturazione viene nuovamente inaugurato nel 1935 con il nome di “Teatro del Dopolavoro”. Il Teatro del Dopolavoro resterà un appuntamento fisso per i Podenzanesi, con un successo sempre crescente, come dimostra nel 1939, lo spettacolo “L’Allegro Principe”, abbinato al monologo del direttore della Filodrammatica Raffaele Panelli, in cui passa in rassegna personaggi e fatti del paese. Fu però Dante Formaleoni, con lo pseudonimo di “Gandhi”, a proporre nel 1939 un originale lavoro dedicato a Podenzano e alla sua storia, la rivista “Strapaese”. Oggi del Teatro Vittoria e dei suoi meravigliosi palchi interni, restano solo ritagli di giornale e qualche fotografia.
Nel dopoguerra il locale muta gradualmente funzione e viene utilizzato come cinema e per feste varie ( alpini, coscritti ecc). Nel 1978 l’edificio venne demolito. Al suo posto viene eretto un edificio semicircolare sempre a servizio del Comune
Al momento al primo piano vi è l’auditorium comunale, al pianterreno la sede dei servizi sanitari e dal giugno 2018 è stato ristrutturato per renderlo fruibile come centro diurno per disabili dell’Unione Valnure e Valchero.
CURIOSITÀ SULLE ORIGINI DEL CASTELLO
Anche se non ci sono prove certe, il famoso scrittore podenzanese Serafino Maggi sosteneva fosse stato costruito sopra una preesistente opera fortificata romana.
I motivi che sostenevano questa tesi:
- tutti i paesi della nostra provincia terminanti in “ano” troverebbero la loro origine dal latino ed indicavano un “fundus”, cioè le colonie agricole, molte delle quali sono citate nella Tavola Traianea rinvenuta a Veleia romana.
- Pare esistesse un’importante arteria “Placentia-Lucam” (Piacenza-Lucca) che passava a Podenzano. Per tale motivo i Romani dovettero costituire dei presidi per premunirsi dalle calate dei Liguri dall’Appennino alla pianura padana.
- Gli esigui ritrovamenti archeologici attestanti tracce dell’epoca romana sono avvenuti nelle vicinanze dei castelli di Gariga e di Altoè ove furono portate alla luce un sepolcro in arenaria, frammenti di lucerne e anfore.
Hanno contribuito alla realizzazione di questa pagina:
Gianluigi Gandini
Rosalia Serena
Associazione Famiglia Podenzanese
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