QR-Code per la narrazione partecipata dell’Unione Valnure Valchero
Raccontiamo il territorio attraverso i luoghi che lo rappresentano
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LA STORIA DELL'ASILO
L’asilo Burgazzi di Carpaneto Piacentino è sicuramente uno dei luoghi più iconici di tutto il nostro paese.
La sua storia iniziò nel 1921, quando Don Pietro Burgazzi acquistò un terreno con annessa una casa, affacciato sulla circonvallazione.
In seguito, il 7 Dicembre 1923 si formò il “comitato pro asilo”, che portò all’inaugurazione, in data 24 Maggio 1925, del nuovo asilo per bambini orfani.
Nel 1930 morì Don Burgazzi e a lui venne intitolata la struttura, che fino al 31 Agosto 2007 sarà gestita dalle suore salesiane di Maria Ausiliatrice.
Oggi l’Asilo Burgazzi è diventato il Polo infanzia Burgazzi perché comprende sia l’omonima scuola materna che l’asilo nido “Giraffa a Pois”.
L'ASILO PER ME
La mia famiglia è molto legata a questo asilo perché la mia mamma, i miei zii ed io l’abbiamo frequentato.
Inoltre per molte persone, giovani e anziani, quell’edificio rappresenta un luogo di crescita e aggregazione ricco di ricordi.
Per me, in quell’asilo sono nate le amicizie più speciali, quelle che dureranno per sempre.
Infatti, io e la mia migliore amica ci siamo conosciute proprio lì, all’inizio del nostro primo giorno in quella meravigliosa scuola.
Inoltre, all’Asilo Burgazzi ho iniziato a coltivare la gentilezza e ho scoperto il valore dell’amicizia.
Proprio in quell'asilo ho avuto anche un primo, piccolo trauma quando ho scoperto che il maestoso “Pino Celestino”, un albero secolare che si erge nel cortile della scuola e che ci ha raccontato tantissime storie, in realtà è un cedro del Libano.
Ci sono rimasta malissimo, ma proprio quel giorno ho iniziato a crescere e ad abbandonare uno di quei miti che ti rendono sempre un po’ bambino.
IL CEDRO: UN RICORDO DI ALCUNI ANNI FA
Quando chiedo a mia mamma di raccontarmi del Burgazzi, lei non sa da che parte cominciare perché ha vissuto esperienze importanti sia come scolara, che come adolescente, sportiva, educatrice e anche come insegnante!
Anche lei mi racconta che è stato un luogo di incontri, di feste, divertimento e condivisione.
Però, tornando alla sua infanzia uno dei ricordi più nitidi che ha è legato alle merende all’ombra del cedro.
Lei e i suoi amichetti si sedevano con i loro grembiulini ordinati sulle grandi panchine di ferro verdi in attesa che la suora li chiamasse per ritirare il proprio sacchetto di carta marrone (quelli della frutta/verdura) con il nome scritto a pennarello contenente un panino al prosciutto cotto (se chiude gli occhi ne sente ancora il profumo) e un succo di frutta nella bottiglia di vetro.
Inoltre ricorda che i sacchetti erano tutti raccolti in un cesto di vimini.
Nei tanti ricordi, mi racconta che all’ombra del cedro, quando l’asilo Burgazzi ospitava anche l’oratorio, sono nati amori, amicizie, progetti di vita e viaggi.
Il cedro e l’asilo sono “coetanei”, si può dire che siano cresciuti insieme; proprio per questo ormai sono un tutt’uno, un luogo del cuore per tanti abitanti del paese.
COME SARA' IN FUTURO?
Nel futuro io mi immagino un Asilo Burgazzi, riparato come sempre dal suo cedro, rinnovato nella struttura e negli spazi e gestito da persone appassionate, ma spero che si conservino la genuinità, l’accoglienza, l’affetto e l’aria di casa che si respirano quando entri.
HA LAVORATO AI CONTENUTI DI QUESTA PAGINA
Martina, 3^C dell'I.C. di Carpaneto Piacentino
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LA STORIA DELL'ASILO
L’asilo Burgazzi di Carpaneto Piacentino è sicuramente uno dei luoghi più iconici di tutto il nostro paese.
La sua storia iniziò nel 1921, quando Don Pietro Burgazzi acquistò un terreno con annessa una casa, affacciato sulla circonvallazione.
In seguito, il 7 Dicembre 1923 si formò il “comitato pro asilo”, che portò all’inaugurazione, in data 24 Maggio 1925, del nuovo asilo per bambini orfani.
Nel 1930 morì Don Burgazzi e a lui venne intitolata la struttura, che fino al 31 Agosto 2007 sarà gestita dalle suore salesiane di Maria Ausiliatrice.
Oggi l’Asilo Burgazzi è diventato il Polo infanzia Burgazzi perché comprende sia l’omonima scuola materna che l’asilo nido “Giraffa a Pois”.
L'ASILO PER ME
La mia famiglia è molto legata a questo asilo perché la mia mamma, i miei zii ed io l’abbiamo frequentato.
Inoltre per molte persone, giovani e anziani, quell’edificio rappresenta un luogo di crescita e aggregazione ricco di ricordi.
Per me, in quell’asilo sono nate le amicizie più speciali, quelle che dureranno per sempre.
Infatti, io e la mia migliore amica ci siamo conosciute proprio lì, all’inizio del nostro primo giorno in quella meravigliosa scuola.
Inoltre, all’Asilo Burgazzi ho iniziato a coltivare la gentilezza e ho scoperto il valore dell’amicizia.
Proprio in quell'asilo ho avuto anche un primo, piccolo trauma quando ho scoperto che il maestoso “Pino Celestino”, un albero secolare che si erge nel cortile della scuola e che ci ha raccontato tantissime storie, in realtà è un cedro del Libano.
Ci sono rimasta malissimo, ma proprio quel giorno ho iniziato a crescere e ad abbandonare uno di quei miti che ti rendono sempre un po’ bambino.
IL CEDRO: UN RICORDO DI ALCUNI ANNI FA
Quando chiedo a mia mamma di raccontarmi del Burgazzi, lei non sa da che parte cominciare perché ha vissuto esperienze importanti sia come scolara, che come adolescente, sportiva, educatrice e anche come insegnante!
Anche lei mi racconta che è stato un luogo di incontri, di feste, divertimento e condivisione.
Però, tornando alla sua infanzia uno dei ricordi più nitidi che ha è legato alle merende all’ombra del cedro.
Lei e i suoi amichetti si sedevano con i loro grembiulini ordinati sulle grandi panchine di ferro verdi in attesa che la suora li chiamasse per ritirare il proprio sacchetto di carta marrone (quelli della frutta/verdura) con il nome scritto a pennarello contenente un panino al prosciutto cotto (se chiude gli occhi ne sente ancora il profumo) e un succo di frutta nella bottiglia di vetro.
Inoltre ricorda che i sacchetti erano tutti raccolti in un cesto di vimini.
Nei tanti ricordi, mi racconta che all’ombra del cedro, quando l’asilo Burgazzi ospitava anche l’oratorio, sono nati amori, amicizie, progetti di vita e viaggi.
Il cedro e l’asilo sono “coetanei”, si può dire che siano cresciuti insieme; proprio per questo ormai sono un tutt’uno, un luogo del cuore per tanti abitanti del paese.
COME SARA' IN FUTURO?
Nel futuro io mi immagino un Asilo Burgazzi, riparato come sempre dal suo cedro, rinnovato nella struttura e negli spazi e gestito da persone appassionate, ma spero che si conservino la genuinità, l’accoglienza, l’affetto e l’aria di casa che si respirano quando entri.
HA LAVORATO AI CONTENUTI DI QUESTA PAGINA
Martina, 3^C dell'I.C. di Carpaneto Piacentino
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