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Raccontiamo il territorio attraverso i luoghi che lo rappresentano
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Racconto in fase di redazione
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Il castello di Vigolzone, antico fortilizio di origine medioevale, è situato nel centro del paese.
BREVE STORIALa presenza di un castello a Vigolzonum o Vigolizonum o Vicus Ussoni (varie denominazioni con cui viene identificato Vigolzone nei documenti antichi) risalirebbe al 1095, anno in cui il luogo venne assegnato a Lantelmo Confalonieri, vassallo del vescovo Aldo e capitano dei piacentini portatisi in Terra Santa per la prima crociata.
Nel 1242 il forte venne espugnato e distrutto da Enzo di Svevia, figlio dell’imperatore Federico II. Alla struttura originale apparterrebbero i resti di una torre rotonda che si innalza a poca distanza, sul fronte ovest dell'attuale castello, e probabilmente anche la torre campanaria della chiesetta che si affaccia sulla piazzetta del castello. Le due costruzioni racchiudono con molta probabilità l’antico castrum vero e proprio.
È invece nota la data di fondazione dell'attuale castello, che figura, unitamente al nome del fondatore, in un'iscrizione di pietra che fino a pochi anni fa era incastonata nella parte bassa della torre maggiore, ed ora è stata murata in una sala dell’edificio.
L'iscrizione ricorda che la costruzione venne iniziata nel 1330 per volontà di Bernardo Anguissola generale della cavalleria di Galeazzo Visconti, legato da grande amicizia al Petrarca.
L'epigrafe, nell'ultima parte, rieccheggia la dicitura augurale di benvenuto ritrovata nel castello di Montechiaro esso pure degli Anguissola.
Il nipote Pietro ebbe l'investitura imperiale del fortilizio di Vigolzone nel 1414.
Il castello in seguito venne ripetutamente assediato e nel 1483 resistette a lungo a Ludovico il Moro.
Tra le numerose battaglie avvenute fra gli Scotti e i francesi, la più cruenta fu quella del 23 ottobre del 1521. I primi si scontrarono sotto le mura del castello di Vigolzone e nella sanguinosa mischia, rimasero sul terreno ben 300 morti e molti prigionieri; fra questi ultimi Galeazzo Anguissola.
Il castello rimase in possesso della famiglia Anguissola fino a tutto il 1800.
Agli inizi del 1900 subì notevoli lavori di restauro dovuti all'iniziativa dei nuovi proprietari, marchesi Monticelli.
L'edificio è impostato su pianta rettangolare con poderose torri poste su angoli alterni, come il castello di Bicchignano.
Sul lato nord, emerge, per altezza, la torre maggiore quadrata in funzione di dongione, ornata da merlatura a coda di rondine, che sovrasta di circa 40 metri l'ormai scomparso ponte levatoio.
L'aula nella quale si radunava il tribunale del feudo era posta a pianterreno del castello; al primo piano nell'ala sinistra si trovava invece la sala delle armi, il cui soffitto in legno era decorato da pannelli dipinti raffiguranti gli emblemi araldici delle varie famiglie patrizie imparentate con gli Anguissola da Vigolzone.
Al primo piano, in un ampio locale di circa 400 metri quadrati, era sistemato un raffinato teatrino, distrutto da un incendio nel 1860.
Il Carducci, che ebbe modo di visitare l'edificio nel 1888, ne rimase talmente colpito che espresse in brevi versi, dedicati ad una gentildonna piacentina, Elvirà Boselli, la sua ammirazione.
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Attualmente il fortilizio è l'elegante residenza estiva dei marchesi Landi di Chiavenna che lo acquistarono dai Monticelli.